mercoledì 10 giugno 2009

Personaggi: Antonella Baronio

Mi chiamo Antonella Pizzamiglio Baronio, cremonese di nascita, abito nella campagna piacentina. Giornalista pubblicista dal gennaio 1985.
Sposata a 19 anni con Pierluigi Baronio,a 23 ero madre di Simone (30 anni) e Micol (29). Natalie è arrivata dopo molto tempo, nel ’91.
Ho un diploma di Istituto Magistrale e studi, non ultimati, in pedagogia.
Giovanissima ho seguito mio marito in Sicilia per una interessante iniziativa editoriale, legata all’apertura di un nuovo quotidiano e di numerose agenzie pubblicitarie in tutta l’isola.


Mi chiamo Antonella Pizzamiglio Baronio, cremonese di nascita, abito nella campagna piacentina. Giornalista pubblicista dal gennaio 1985.
Sposata a 19 anni con Pierluigi Baronio,a 23 ero madre di Simone (30 anni) e Micol (29). Natalie è arrivata dopo molto tempo, nel ’91.
Ho un diploma di Istituto Magistrale e studi, non ultimati, in pedagogia.
Giovanissima ho seguito mio marito in Sicilia per una interessante iniziativa editoriale, legata all’apertura di un nuovo quotidiano e di numerose agenzie pubblicitarie in tutta l’isola.
La nostra casa era un crocevia di giornalisti, direttori di giornale, editori; da cui ho assorbito avidamente il mestiere. Tra i tanti, ricordo con affetto il direttore del mercantile di Genova, Umberto Bassi, noto per aver trattato con LE BRIGATE ROSSE.
In quegli anni nasceva l’emittenza privata e anche noi iniziammo le prime esperienze nelle radio e televisioni del Sud.
In seguito al trasferimento di mio marito presso una filiale della sua agenzia a Brescia ho debuttato come annunciatrice in una storica televisione locale.
Nei primi anni ’80 mio marito fondò con il socio Sandro Uggeri ( tragicamente scomparso ) la sua agenzia di pubblicità che in seguito divenne concessionaria della televisione cremonese Video Onda Nord.
Fui lanciata in video in un programma d’intrattenimento, a fianco del cantautore Memo Remigi, con il compito di presentatrice.
Mi notò il direttore della testata giornalistica Piergiorgio Sangiovanni uno dei migliori giornalisti cremonesi, recentemente scomparso, che mi affidò la conduzione del telegiornale e mi inserì in alcuni programmi giornalistici.
Nella mia professione sono autodidatta e mi sono conquistata i “galloni” in campo con tanto sacrificio e passione.
Nel 1984 mio marito fondò Telecolor con pochi mezzi ma molte idee: sarebbe stata una “televisione a servizio della gente”, caratterizzata da un ottimo segnale diffuso in tutta la Lombardia; molta tecnologia, professionalità e programmi utili originali, possibilmente intelligenti. Obbiettivo per cui stiamo ancora lavorando con convinzione e con l’aiuto straordinario di quasi 100 persone, che fanno parte del nostro gruppo e condividono con noi questo bellissimo e ambizioso progetto.
Penso di aver dato il massimo per molti anni ed il meglio di me, tra i 30 e i 40, tuttavia è solo negli ultimi tempi che godo di una certa, imbarazzante popolarità grazie al programma “Medicina Amica”, un settimanale sui temi della salute che curo ormai da quasi due decenni, in collaborazione con la dottoressa Pomini, che mi affianca nella conduzione e per la quale nutro stima e amicizia.
Tra i miei difetti sicuramente un carattere impulsivo e reattivo alla minima prevaricazione o prepotenza . Non possiedo il dono della diplomazia, del resto appartengo al segno zodiacale dello scorpione.
Essere giornalista non era il mio sogno, ma era nel mio destino : a 15 anni, durante un viaggio avventuroso in Nigeria, ho realizzato il mio primo reportage sul mondo magico dell’arte primitiva-tribale, che conteneva tutti gli ingredienti per catturare delle mie compagne di classe e dei professori. Ed è proprio quello che vorrei fare oggi a 50 anni: diventare documentarista e raccontare sapori e colori di terre lontane.
Ma amo moltissimo anche la nostra gente, i paesaggi padani, le tradizioni.
Credo in una società multirazziale, nei diritti umani e animali.
Vorrei che tutti insieme lavorassimo per un mondo migliore, un mondo più vivibile per i nostri figli e nipoti, con più rispetto per l’ambiente e i veri valori umani, meno fanatismo per il denaro ed il successo.
In questo senso l’incontro con il dottor Piero Mozzi ha dato un’ impronta di sobrietà alla mia vita. Ho poche ma solide amicizie e affetti.
Una straordianaria, grande famiglia. Una fattoria piena di animali che non saranno mai sacrificati alla tavola.
Cosa ne penso del mio lavoro e dei miei colleghi?
Fare il giornalista è in fondo un gran privilegio, fare bene il giornalista è già più impegnativo e talvolta rischioso. Molte giornaliste si danno troppa importanza per quello che effettivamente valgono. Alcuni giornalisti uomini con gli anni ed il mestiere diventano delle “simpatiche carognette”.
I cavalli di razza sono sempre troppo pochi, ma quando li incontri li riconosci subito e cerchi di portarli nel tuo team, insieme agli inevitabili, utilissimi muli.
Tutti insieme si fa squadra, a Telecolor, Primarete Lombardia come in tutte le redazioni del mondo.

Se volete seguirmi in video:
Medicina Amica- Box Salute- Esperienza Benessere- Profumi di Benessere.

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Puntata del 9 giugno

TEMA
Le frontiere del disagio dei minori (bambini, ragazzi, adolescenti) e delle famiglie,
alle prese con una società che cambia velocemente.
Le nuove domande sociali, le strategie di intervento,
la capacità del welfare di offrire servizi adeguati, di qualità, all’altezza dei problemi.
Aumento dell’attenzione sociale su questi fenomeni, nuovi strumenti e strategie di intervento, la famiglia, i mondi della scuola, il welfare.



1) APERTURA
L’esperienza dell’AMBULATORIO di via Manini 6 ( Cremona città).
Le aree di intervento, le famiglie, modelli e progetti di intervento
L’esperienza dei primi 8 mesi di lavoro


OSPITI

Giuseppe Tadioli
Presidente Fondazione Sospiro

Mauro Leoni
Psicologo

Marilena Zacchini
Educatrice professionale



2) DA UN SINGOLO SERVIZIO ALLA VISIONE GENERALE
Le problematiche del cambiamento sociale e le aree di difficoltà/disabilità
dei minori (bambini, ragazzi, adolescenti) e delle famiglie.
Dai diversi punti di vista e osservatori di intervento
(mondi della scuola, i servizi front-office, i programmatori territoriali, il terzo settore)

OSPITI

Paola Mosa
Direttore Servizio Famiglia Asl

Daniele Arisi
Responsabile U.O.N.P.I.A. (servizi di neuropsichiatria infantile)

Giancarlo Onger
Ufficio Scolastico Provinciale (CremonaInclusiva 7/8 maggio)

Benedetta Anselmi
Pedagogista Comune di Cremona



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Il gioco nello sviluppo intellettivo ed affettivo del bambino

Sull’importanza del gioco nello sviluppo affettivo e intellettivo del bambino sono stati presentati molti e stimolanti interventi.
I bambini giocano. Dire che i bambini giocano è come dire che il cielo è azzurro. Ovvio, banale, difficile che ci si soffermi a riflettere. I bambini giocano, probabilmente da quando esiste il mondo.


Che cosa potremmo trovare, dunque, di meglio per comunicare con i nostri bambini? Giocando con loro impariamo a capirli, a conoscerli, li scopriamo ogni volta di più. E scopriamo un po’ di più di noi stessi. Ma nella vita degli adulti non sempre c’è spazio per il gioco.

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IL DISAGIO INFANTILE

Negli ultimi anni la nostra società ha maturato una maggiore coscienza della diffusione di maltrattamenti, abusi sessuali e psicologici sui bambini, soprattutto in ambito intrafamiliare, e si è interrogata sui modi più efficaci per riconoscere precocemente condizioni di disagio e di abuso, che, a ogni modo, ancora oggi, restano spesso nascosti, per emergere solo quando guadagnano un posto nella cronaca nera.


Proprio dal racconto che la cronaca ci presenta di maltrattamenti e di abusi si evidenzia la difficoltà degli adulti nell’individuare precocemente i segnali della sofferenza, spesso inascoltata o sottovalutata, dei bambini.
Per agire tempestivamente e interrompere all’origine la spirale dei maltrattamenti e degli abusi, diventa, quindi, urgente che gli adulti coltivino la loro capacità di ascolto della sofferenza emotiva dei bambini, diventando consapevoli che questa sofferenza può essere originata non solo da maltrattamenti e abusi eclatanti, ma anche dalla mancanza di attenzione e di affetto, dalla solitudine affettiva, da situazioni di disagio familiare, difficoltà nell’apprendimento, incapacità di adattamento alla vita sociale, isolamento.
Soprattutto bisogna imparare a parlare il linguaggio dei bambini che è il linguaggio del gioco, il loro modo naturale di esprimersi. Per imparare ad ascoltare quel che spesso col gioco ci dicono o tentano di dirci. Perché col gioco i bambini dicono quel che con le parole non sanno esprimere. Il gioco è, come diceva Melanie Klein, la via regia all’inconscio dei bambini.



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Benvenuto!

Questo è il Blog di Medicina Amica, la trasmissione in onda su Telecolor e Primarete Lombardia. Medicina Amica si occupa dei temi della salute con servizi e immagini esclusive, ospiti in studio e dibattiti.


Per rimanere sempre in contatto con il pubblico a casa che segue con affetto la trasmissione, la redazione di Medicina Amica ha creato questo blog dare la possibilità ai telespettatori di scoprire, commentare e approfondire gli argomenti discussi in trasmissione e che stanno a cuore alle persone.

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